Nati 2 volte

Nati 2 volte

TRAMA 

Dopo venticinque anni di volontario esilio a Milano, il quarantenne Maurizio Di Tullio si trova costretto a tornare a Foligno, sua città natale, per accelerare la procedura di rettifica del certificato di nascita, necessaria a completare il processo di transizione con cui da donna che era (con il nome di Teresa) è diventato un uomo. Ma l’Ufficiale di Stato Civile che dovrebbe recepire la semplice operazione burocratica è Giorgio De Santo, il suo primo e unico fidanzatino. Quando se lo ritrova di fronte, Maurizio non riesce a dirgli la verità, temendone il giudizio.
Uno scrupolo che mette in moto una serie di equivoci per venire a capo dei quali Maurizio dovrà fare i conti con quel passato che sperava di essersi lasciato alle spalle per sempre.
A complicare il tutto giunge l’incontro con Paula Badenes, un’affascinante paladina dei diritti civili. Per Maurizio è un colpo di fulmine, ma Paula è la compagna di Giorgio e come se non bastasse ha passato molti anni della loro relazione nel tentativo di fargli dimenticare il suo primo amore Teresa…
Riuscirà Maurizio a sciogliere tutti i nodi del passato e a rinascere come uomo per la seconda volta?

NOTE DI REGIA:
Nascere in un corpo che non senti tuo è un dramma che interessa sempre più persone in Italia.
Inoltre, per i pochi fortunati che riescono – dopo sofferenze fisiche e morali inenarrabili – a compiere la transizione verso il genere a cui sentono di appartenere – come il protagonista Maurizio – il calvario non è finito: c’è da affrontare il pregiudizio della gente, l’arretratezza burocratica di uno Stato che non ha ancora varato una normativa esaustiva che li tuteli, ma soprattutto ci sono da superare i fantasmi delle proprie insicurezze, dovute alle scorie di una vita passata a nascondersi dai risolini e dalla violenza non solo verbale delle persone che sono loro più vicine.
A me interessa soprattutto indagare questa zona d’ombra, perché mi sembra facilmente assimilabile all’esperienza spicciola di ogni essere umano: la paura dell’altrui giudizio che spinge a fare o dire cose che poi si ritorcono contro; la scelta di rimanere nell’ambiguità per timore di come gli altri possano reagire alla verità. E ho scelto di farlo con i mezzi della commedia perché ritengo che le più grandi verità acquistino maggiore rilievo se dette con un sorriso. «Ridentem dicere verum» scriveva il poeta Orazio.

“Nati Due Volte” farà ridere, emozionare, riflettere. E mi auguro che possa aprire uno spazio di discussione libero da pregiudizi di sorta sull’odissea quotidiana a cui è sottoposto un transgender nel nostro paese.

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